
Come riconoscere i sintomi dell’autismo
Dopo oltre settant’anni dalla definizione di autismo non si hanno ancora certezze sulle cause di questo disordine dello sviluppo. I sintomi indicanti autismo compaiono generalmente nei primi tre anni di vita, ma possono non manifestarsi pienamente prima dell’aumento delle richieste sociali.
Spesso genitori, altri familiari, educatori o insegnanti riportano:
“È un bambino autonomo, fa tutto da solo!”, “Non saluta!”, “Gioca preferibilmente da solo!”
All’interno di queste o analoghe osservazioni, che talvolta assumono la forma di preoccupazioni, possiamo riconoscere deficit persistenti della comunicazione e dell’interazione sociale in molteplici contesti e la presenza di comportamenti, interessi o attività limitati e/o ripetitivi.
Vediamo come riconoscere i sintomi dell’autismo attraverso le caratteristiche più comuni tra i bambini e i ragazzi che ne sono interessati.
Si concentra su piccoli particolari e ha interessi sensoriali peculiari
L’infante sembra particolarmente interessato ad alcuni dettagli come le ruote delle macchinine che girano, alcuni riflessi sugli oggetti, alcuni rumori. Talvolta invece può risultare infastidito da rumori troppo forti, odori, tessuti o materiali particolari. Si evidenziano, in generale, degli interessi sensoriali particolari. Con la crescita permane l’esplorazione tramite il portare gli oggetti alla bocca o un generale utilizzo non funzionale degli stessi.
I caregiver possono notare comportamenti come sfarfallare con le manine, camminare sulle punte dei piedi, girare su se stesso. Questi comportamenti sono presenti anche nei bambini neurotipici, ma se il comportamento dovesse permanere nello sviluppo del bambino, ripetersi frequentemente o essere rigido, può rappresentare un campanello d’allarme.
Quando lo chiami per nome non risponde
Il bambino sembra non sviluppare alcune competenze sociali come quella di girarsi quando lo si chiama per nome, l’indicazione da vicino e da lontano, il salutare. Molti bimbi rispondono al proprio nome prematuramente, altri tardivamente. Tuttavia se ciò non accade oltre i dodici mesi potrebbe essere un possibile segnale.
Preferisce giocare da solo
Il bambino è assorto nelle sue attività e non condivide spontaneamente il gioco con altri oppure gioca in un modo che appare “strano” rispetto a quello dei coetanei. Per esempio utilizza la stessa macchinina per ore o ripete sempre gli stessi schemi di gioco, come mettere in fila dei cubetti per colore o ordinare degli animali secondo la comparsa in una particolare canzoncina.
Il bambino può non amare i giochi fisici, come il solletico, o più in generale non gradire il contatto fisico, ad esempio irrigidendosi o piangendo quando lo si prende in braccio. Può non divertirsi durante (o sembra non capire) i giochi sociali, come “fare il cucù”. Anche con la crescita il bambino continua ad usare i giocattoli o gli oggetti in modo concreto, non compare o non viene gradito il gioco del “fare finta di”.
Appare disinteressato verso ciò che lo circonda
Di solito i bambini spinti dalla curiosità cercano sempre l’approvazione e l’attenzione degli adulti della famiglia, ad esempio portando o mostrando all’adulto oggetti che lo interessano. Chi presenta un funzionamento autistico invece, mostra scarsa condivisione con gli altri, non sorridendo, evitando il contatto visivo durante i momenti di interazione, non imitando le azioni degli altri, non indicando spontaneamente gli oggetti desiderati o non seguendo il gesto di indicazione. Un altro “campanello d’allarme” è rappresentato dalla mancanza di comportamenti “anticipatori”, come alzare le braccia verso l’adulto di riferimento, prima di essere preso in braccio.
L’espressione delle emozioni attraverso la mimica facciale è differente da quella dei coetanei. Per l’adulto di riferimento risulta così difficile comprendere se il bambino gradisce oppure no la particolare situazione.
Non ama i cambiamenti
In generale i bambini amano le routine, le giornate che si susseguono con ritmi e attività scandite e conosciute. Molti bambini nello spettro autistico, sono particolarmente affezionati alle proprie abitudini e possono reagire ai cambiamenti in modo esagerato rispetto ai coetanei, manifestando rabbia e una forte frustrazione. I caregiver possono anche rimanere disorientati da questo comportamento, non riuscendo a capirne a fondo le motivazioni.
Con la crescita le caratteristiche sopra descritte permangono, ma possono essere connotate da sfumature differenti. Inoltre le richieste da parte dell’ambiente diventano più complesse e la mediazione da parte dell’adulto diventa sempre meno presente. L’ingresso a scuola apre una nuova fase di vita per tutti i bambini ed è possibile che in questo periodo di crescita vengano notate caratteristiche del bambino prima non così evidenti.
Ha pochi amici
Il bambino, durante la ricreazione o al parco o in altri contesti, tende ad isolarsi non partecipando a giochi in gruppo oppure preferisce dedicarsi ad attività solitarie, come leggere un libro. In generale fatica a comprendere le regole sociali non scritte e fatica a fare amicizia. Potrebbe anzi essere inoltre oggetto di bullismo.
Parla in modo particolare
Interpreta letteralmente ciò che gli viene detto, facendo fatica a comprendere i modi di dire o le metafore. Oppure parla “senza filtri” facendo dei commenti imbarazzanti che possono ferire le altre persone. In generale sembra poco consapevole delle “convenzioni sociali”, interessandosi poco dell’opinione dell’altro o non commentando al proprio interlocutore. Il ragazzo può parlare sempre con lo stesso tono, non presentando molte sfumature. La comunicazione non verbale è scarsa. Alcuni bambini sembrano dei veri e propri “dizionari viventi” parlando in modo iper-preciso.
Non comprende le emozioni o che cosa pensa l’altro
Fatica a comprendere ciò che prova o pensa l’altro, mostra in generale scarsa empatia. Oppure non comprende le “sfumature” delle emozioni, non differenziando ad esempio l’irritazione dalla rabbia.
Anche l’espressione delle emozioni è peculiare, può essere esagerata o scarsa rispetto alla situazione.
Ha un interesse speciale
I computer, i mezzi di trasporto o la scienza possono essere alcuni degli interessi speciali di questi ragazzi. La ricerca di informazioni su questi argomenti risulta occupare la maggior parte del loro tempo libero e diventa l’argomento predominante nelle conversazioni con gli altri. Possono concentrarsi così tanto su un argomento, da diventarne dei veri e propri esperti! L’interesse speciale può aiutare il bambino o il ragazzo a rilassarsi o assicurargli una maggiore prevedibilità e sicurezza nella vita.
È poco coordinato nei movimenti
Il ragazzo presenta un’andatura goffa o strana e movimenti poco coordinati. Ad esempio può far fatica a prendere, calciare o tirare una palla. Potrebbe esserci anche una difficoltà nella scrittura a mano.
Che cosa bisogna fare se si notano questi segnali?
Questi segnali possono manifestarsi gradualmente o in seguito ad un periodo di sviluppo apparentemente in linea con i coetanei e possono essere rilevati direttamente dal genitore oppure essere fatti notare da altre figure vicine al bambino, come insegnanti, altri familiari o il pediatra.
I genitori possono domandarsi se il ritardo del linguaggio, i comportamenti particolari o le altre caratteristiche del proprio bambino non siano semplicemente un riflesso del suo naturale sviluppo, il quale prima o poi, tenderà a raggiungere quello dei pari o se invece possono indicare la presenza di un funzionamento autistico. Questo continuo interrogarsi sullo sviluppo del bambino può generare molto stress e affaticamento.
Quando si rilevano alcuni o tutti questi segnali, è bene rivolgersi al pediatra o ad un professionista esperto che possa valutare insieme ai genitori come procedere.
Quello della diagnosi di autismo, può essere un percorso articolato e pieno di sfide, caratterizzato da molti timori e preoccupazioni relativi alla parabola di crescita del proprio figlio e da emozioni ambivalenti e diverse tra loro: ansia, paura, rabbia, tristezza, ma anche sollievo.
In questa fase può essere utile avere un sostegno di un professionista che ascolti e accolga le preoccupazioni del caregiver e lo accompagni in questo percorso.
Spero che anche questo articolo ti abbia aiutato nella scoperta del mondo meraviglioso dello spettro autistico. Se avessi bisogno della consulenza di uno specialista ti invito a contattarmi, sono disponibile anche online.
Per approfondire ti invito a delle letture molto interessanti che in questo periodo tengono un po’ di compagnia.
La prima è Campanelli verdi e rossi. Screening precoce nei disturbi dello spettro autistico per bambini da 0 a 3 anni, degli studiosi Gionata Bernasconi, Chiara Lombardoni e Nicola Rudelli; un libro scorrevole e chiaro che riesce a dare una risposta a ogni domanda.
Il secondo libro consigliato è Guida alla sindrome di Asperger. Diagnosi e caratteristiche evolutive, di Tony Attwood il quale ha raccolto, come in un’enciclopedia, la descrizione e l’analisi delle caratteristiche della sindrome di Asperger.