“L’idea è quella di offrire un servizio specialistico orientato al benessere psicologico e all’intervento nel campo dell’autismo”

Quanti livelli di autismo ci sono?

Il 2 aprile si è svolta la giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo e vorrei cogliere l’occasione per contribuire ad accrescere la conoscenza dei disturbi dello spettro autistico in tutti i suoi livelli.

Prima di tutto però è necessario rispondere alle domande più semplici, procediamo per ordine.

Cos’è l’autismo?

L’autismo è una condizione di neurodiversità. Questo modo di funzionare della mente fa sì che le persone abbiano un modo peculiare di pensare, imparare, sentire, percepire e quindi di comportarsi e relazionarsi.

Le caratteristiche dell’autismo possono esprimersi in modo molto diverso da individuo a individuo e con diversi gradi di gravità. È proprio per questa grande variabilità che quando si parla di disturbi dello spettro autistico si usa la metafora dell’arcobaleno.

Le cause dell’autismo sono tutt’oggi ancora in fase di studio, ma è scientificamente dimostrato che l’autismo è un disordine del neurosviluppo e non è dipendente da fattori educativi o relazionali come si ipotizzava in passato.

Cosa viene compromesso?

Secondo i manuali diagnostici maggiormente riconosciuti a livello internazionale le persone autistiche sono accomunate da deficit persistenti della comunicazione e dell’interazione sociale in molteplici contesti e dalla presenza di comportamenti, interessi o attività limitati e/o ripetitivi.

All’autismo possono associarsi la compromissione dello sviluppo cognitivo e/o un alterato sviluppo del linguaggio verbale il quale può essere parzialmente o totalmente assente.

Come si manifesta?

I primi sintomi dell’autismo si osservano entro i primi tre anni di vita del bambino ma è possibile, nelle forme lievi, dove non c’è ritardo clinicamente significativo dello sviluppo cognitivo e linguistico, che tali sintomi non siano evidenti fino a quando le richieste sociali non eccedono le capacità deficitarie della persona.

Quali sono i livelli di gravità?

Il DSM 5 – Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali – ha individuato tre livelli di con cui classificare il disturbo dello spettro relativi al grado di supporto necessario nella vita quotidiana.

Livello 1

Il livello 1 comprende una ridotta compromissione dell’area linguistica e cognitiva, tuttavia è necessario un sostegno al dialogo e alla comunicazione.

Sono presenti difficoltà nell’iniziare discorsi o svolgere attività in compagnia, mostrando insuccesso nella risposta verso le iniziative proposte da altri con un apparente disinteresse verso l’interazione sociale.

Gli interessi personali sono ristretti e possono essere presenti comportamenti ripetitivi o rituali che ostacolano la quotidianità della persona.

Del livello 1 fanno parte le forme di autismo conosciute nella precedente versione del manuale DSM-5 come ad “alto funzionamento” o “Sindrome di Asperger”, caratterizzate da un quoziente intellettivo nella norma o superiore e una parziale compromissione del linguaggio (es. eloquio con prosodia poco modulata), delle abilità comunicative, (es. comprensione letterale di ciò che viene detto) e nell’interazione sociale (es. approcci sociali molto diretti). Permane la presenza di interessi molto ristretti, talvolta rivolti ad argomenti particolari o poco pertinenti all’età.

Livello 2 

Il livello 2 rappresenta un livello intermedio di compromissione. La comunicazione, sia verbale che non verbale ha dei deficit tali da richiedere un sostegno importante.

Gli interessi personali e i comportamenti ripetitivi sono presenti con maggiore frequenza, tanto da essere evidenti a chiunque li osservi e possono interferire con la vita nei diversi contesti.

In questi casi talvolta le relazioni e interazioni sociali possono essere compromesse nonostante il sostegno. L’interruzione di tali comportamenti infatti può portare ad una forte frustrazione ed essere fonte di stress.

Per questi motivi può essere necessario un intervento di supporto significativo.

Livello 3

Il livello 3 è contraddistinto da una grave compromissione del funzionamento, ad esempio l’iniziativa personale e la risposta all’iniziativa altrui sono molto limitate.

Gli interessi personali e i comportamenti ripetitivi vanno ad interferire in modo significativo nella vita di tutti i giorni e in qualsiasi attività. Risulta essere molto difficile distogliere la persona dal suo focus di interesse e se ciò dovesse avvenire, egli vi ritorna rapidamente.

Particolarmente in casi come questo è fondamentale affidarsi alle mani esperte di uno specialista che possa migliorare le opportunità di interazione con l’altro e di crescita della persona.

Terapie utilizzate

I principali trattamenti utilizzati hanno come obiettivo quello di migliorare la qualità di vita del soggetto, attraverso progetti psico-educativi individualizzati e personalizzati a partire dai punti di forza e di debolezza della persona, che mirano a favorire l’interazione sociale, la comunicazione e l’ampliamento degli interessi e una maggiore flessibilità.

Sono stati riscontrati risultati positivi nelle strategie di intervento precoce che coinvolgono famiglia e tutte le persone che stanno attorno al bambino/ragazzo interessato (amici, insegnanti, educatori, ecc).

Con l’augurio che questa nuova consapevolezza ti sia di aiuto nella comprensione e nell’integrazione di persone con un funzionamento autistico, ti invito a lasciare un commento o contattarmi in caso servano ulteriori chiarimenti.

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