“L’idea è quella di offrire un servizio specialistico orientato al benessere psicologico e all’intervento nel campo dell’autismo”

7 regole da sapere prima di affrontare un colloquio con lo psicologo

Il primo colloquio con lo psicologo può portare ad avere un insieme di tante emozioni contrastanti ad esempio vergogna, ansia e curiosità. Queste emozioni possono averti accompagnato fin dal primo momento in cui hai scritto la mail o digitato il numero per prendere il primo appuntamento. Anche molte convinzioni possono alternarsi: dalla convinzione di non avere alcun problema, a quella di poter risolverlo da sé fino alla certezza di aver bisogno della consulenza di uno specialista

Le sensazioni ingombranti potrebbero farsi sempre più intense con l’avvicinarsi della data del primo colloquio, ma fidati del tuo istinto che ti ha portato a chiedere aiuto.

Avere un primo colloquio con lo psicologo non è facile né per te né per il terapeuta. Gli psicologi partono avvantaggiati dal fatto che hanno avuto altri primi incontri precedentemente, ma per chi invece sta seduto nel posto del paziente è difficile capire come comportarsi alla prima seduta da uno psicologo.

Le regole

Superata la porta dello studio, il terapeuta ti guiderà lungo questo percorso; inizialmente lo psicologo ti chiederà il perché tu abbia sentito il bisogno di chiedere aiuto e ti farà altre domande per farsi un’idea su di te e del percorso migliore da affrontare insieme a te.

Così arriva il tuo turno di parlare, continua a fidarti del tuo istinto e apriti allo psicologo.

Affinché la seduta con lo psicologo vada a buon fine, ma soprattutto che inizi col piede giusto ricordati queste semplici regole.

Lo psicologo è una persona come te

Dietro al profilo del professionista c’è una persona, per questo durante il colloquio e i successivi avrete modo di presentarvi e conoscervi meglio, comprendendo così le modalità con cui potrete lavorare insieme.

Il rapporto terapeutico è una relazione e in quanto tale va costruita. Ci può volere tempo e pazienza! Alcune componenti basilari per la costruzione di un buon rapporto terapeutico per alcune persone possono essere senso di accoglienza e fiducia, ma ognuno di noi è diverso e può quindi prediligere altre caratteristiche. Sicuramente la creazione di una buona alleanza è fondamentale per una buona terapia.

Se ti renderai conto che il tuo percorso non sta andando nella direzione giusta, potrai parlarne apertamente con lo psicologo e capire insieme a lui come proseguire.

Non hai bisogno di studiare argomenti per intrattenerlo

Parlare del tempo potrebbe essere utile a rompere il ghiaccio, ma non stai andando a chiacchierare con un amico del più e del meno, perciò non prepararti argomenti interessanti solo per non annoiare il terapeuta.

Lui è lì per te, dedica il suo tempo a ascoltare la tua storia e aiutarti a ritrovare l’equilibrio che hai perso. Perciò usa ogni secondo per aiutarlo a aiutarti e uscire dalla situazione di stallo in cui ti trovi.

Lo psicologo non ti giudica

Il sentimento di vergogna è comune a molti e potrebbe derivare dal fatto che ti senti di “non andare bene” o di “avere qualcosa che non va”. Questo ti può portare a chiuderti in te stesso, allontanarti dagli altri e non raccontare i tuoi stati d’animo.

Ricordati che hai davanti a te un professionista che saprà mettere da parte il suo giudizio per ascoltarti e accoglierti andando oltre le tue parole non giudicandoti.

Attraverso l’accettazione da parte dello psicologo, potrai mettere da parte le preoccupazioni riguardo a ciò che l’altro pensa di te e indirizzare le tue risorse per esplorare il tuo mondo interiore.

Se sarai sincero le sedute saranno produttive

L’efficacia della terapia dipende anche dalla natura del rapporto che si instaurerà con lo psicologo: omettere la verità o mentire è controproducente per l’avanzamento nel percorso.

La relazione terapeutica si costruisce nel tempo, tu e il tuo psicologo lavorerete insieme per co-costruire un rapporto di collaborazione e fiducia reciproca. Questo vi permetterà di collaborare per raggiungere un obiettivo comune.

La comunicazione è necessaria per raggiungere l’obiettivo

Se sai già cosa vuoi ottenere dalle tue sedute, sii chiaro con il terapeuta così sarà più facile per voi raggiungere l’obiettivo, ricorda siete parte dello stesso “team”! Essere concreti inoltre aiuta ad evitare fraintendimenti.

Specialmente nella prima seduta è importante esprimere le tue impressioni o le tue perplessità, così da risolvere ogni dubbio sin dal principio e capire come proseguire per le eventuali sedute successive.

Le sedute non sono riciclabili, ogni situazione è unica

Il cambiamento è un processo graduale, ogni seduta ti aiuterà a fare un “passo in avanti” verso l’obiettivo. Gli incontri con lo psicologo ti permetteranno di aumentare la consapevolezza e aggiungeranno degli strumenti nella tua “cassetta per gli attrezzi” utili per far fronte alle sfide vecchie e nuove.

Sappi che questo non ti renderà immune da altre cadute. Infatti il raggiungimento di alcuni obiettivi può essere alternato a ricadute o al presentarsi di nuovi ostacoli.  Di fronte a una nuova situazione, seppure simile a quella precedente, tu potresti riuscire o meno nel trovare la soluzione oppure avere nuovamente bisogno di aiuto.

Ascolta sempre il tuo psicologo

Nella terapia cognitivo-comportamentale spesso lo psicologo concorderà dei compiti da svolgere a casa. Questi possono andare, dalla scrittura di un diario alla messa in atto di nuove abitudini quotidiane.

Un incontro a settimana non è molto rispetto alle altre ore di vita, attraverso i compiti a casa è come se si moltiplicassero le ore di terapia! Inoltre per modificare abitudini e pensieri ormai consolidati nel tempo c’è bisogno di esercizio!

Consulenza online

Avere una consulenza online potrebbe tornare utile, soprattutto se si vive in aree geografiche molto distanti.

Anche in questo caso, le regole sopra riportate sono sempre valide. Nei primi colloqui valuteremo insieme come proseguire e impostare un percorso insieme. Per i casi più articolati, come nel caso di alcuni tipi di intervento nello spettro autistico, sarà necessario vedersi di persona in studio o a domicilio e quindi intraprendere un percorso più tradizionale “offline”.

Spero che il mio articolo ti sia d’aiuto e ti faccio un grande in bocca al lupo per la tua ricerca di un nuovo equilibrio. Se avessi qualche altro dubbio scrivimi nei commenti o contattami in privato, sarò felice di aiutarti.

Post a Comment